martedì 1 marzo 2016

Diritti (2)

In tutte le discussioni che si infiammano in questo periodo, mi riferisco in particolare alle discussioni sul ‘gender’ e la legge Cirinnà, vedo soprattutto una cosa: chi strilla ‘giù le mani dai nostri bambini’ calpesta i diritti di bambini d’altri. Forse se avessimo usato di più il termine figlia/o naturale del partner, e non tanto la parola ‘stepchild’, ci sarebbero state meno strumentalizzazioni. Ho scritto ‘diritti’ sopra queste due righe, forse era meglio scrivere ‘ignoranza’! (E invece di ‘utero in affitto’ è meglio parlare di ‘gestazione per altri’ (GPA), le parole contano.)

2 commenti:

  1. E' vero, a volte è soltanto una questione di parole. Le parole spaventano. Ma è vero anche che quando si sceglie una parola invece di un'altra si sta esprimendo la propria mentalità. Le parole influenzano i concetti, i concetti influenzano le parole.
    Angela S.

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  2. D'accordissima. Bisogna esserne consapevole. Se uno delle due parti coinvolte nella comunicazione non ne è consapevole, c'è il grosso rischio della manipolazione.

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